Toni grigi

da | 16.10.14 | Diario di Milwaukee

Ieri ho passato di nuovo alcune ore con Allie. Siamo andati a un colloquio con la preside di Washington High School. Appena entri devi passare attraverso il metal detector. La preside, pure molto gentile, teneva in mano tutto il tempo un cerca persone. Ci ha detto che c’era la madre a trovarla in città da sabato scorso ma non avevo avuto molto tempo da passare insieme perché lei lavora tutto il giorno a scuola. Durante la conversazione sembrava voler essere gentile ma non sembrava davvero interessata. C’era un po’ di formalità e nessuna presenza di pensiero. Conversazione molto informativa, poco relazionale. Anche gli organizer devono stancarsi di ripetere sempre le stesse cose passando da un appuntamento a un altro. A volte è inevitabile diventare un po’ macchine da conversazione. Io poi ero il meno presente di tutti, con i miei pensieri che se ne vanno per aria.

Poi ho accompagnato Allie a fotografare due case abbandonate a cui è interessato un pastore la cui Chiesa è attivamente coinvolta. Il tempo era nuvolo e umido. Le case tutte uguali erano altrettanto asfittiche di quelle abbandonate con le finestre sigillate dai pannelli di legno, un vero e proprio simbolo dei pignoramenti qui in America. Ho pensato se valesse la pena lottare per un tipo di vita così, una tipica casa unifamiliare in un quartiere sicuro.

Poi le ho chiesto spiegazioni su una cosa che avevo letto nel suo rapporto settimanale sulla sua attività, in cui raccontava della sua paura di perdere organizzazioni membre dato che non riesce più come in passato a fargli ottenere case dalle banche quando gliele chiedono. Le ho chiesto se le chiese comprassero case, e mi ha detto di sì, che anche lei non lo sapeva prima di iniziare a fare questo lavoro. Comprano case per poi affittarle e avere un’entrata economica, oppure per darle ai membri della congregazione. Le ho chiesto se una parte del motivo per cui queste chiese aderiscono a Common Ground ha a che vedere con questo, e mi ha risposto di sì, che è un qui pro quo.

Ci sono momenti in cui sembra tutto molto prosaico e inadeguato. Immagino sia un momento che gli organizer vivono spesso, come probabilmente tutti quelli che lavorano a stretto contatto con le persone e cercano di cambiare le cose. A volte lo spirito sembra ritirarsi dalla terra.

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