Il pubblico e il privato sono sempre in tensione dentro di noi. La chiave è nell’imparare a non mischiarli impropriamente – a mantenere limiti e confini.
La vita privata risponde soprattutto ai bisogni personali delle persone coinvolte. Aspettarsi questi ideali di soddisfazione nelle relazioni pubbliche è fuorviante e sbagliato. Le relazioni pubbliche non implicano lealtà privata incondizionata ma piuttosto fare e mantenere promesse pubbliche, prendere iniziativa, fare compromessi, e responsabilità.
Quello di cui le persone hanno bisogno nella vita pubblica è essere rispettate, che è simile a, ma differente da, piacere.
Edward T. Chambers, “Roots for Radicals. Organizing for Power, Action and Justice”, Continuum, 2005, pp 73-4
Il problema è che coloro che ci hanno aiutato a imparare le lezioni della vita privata – i nostri genitori, i nostri insegnanti, il nostro clero – vogliono convincerci che la vita privata è la vita più importante, che “la famiglia è tutto ciò che conta”, che non c’è “niente che tu possa fare” e che l’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è ottenere un lavoro e crescere la nostra famiglia.
Ma la vita pubblica è per molti versi ancora più importante che la nostra vita privata, perché è nella vita pubblica che troviamo la missione o lo scopo che ci è stato dato dal nostro creatore. Dobbiamo uscire dei nostri modelli infantili, al fine di scoprire chi siamo veramente in relazione agli altri e in relazione con il mondo.
Edward T. Chambers, “Action Creates Public Life”, Acta publications, 2010