Cambia (il) sistema

Cambia (il) sistema

Strumenti e strategie del community organizing per un impatto sistemico

 

Puoi compilare il form per essere informatə non appena apriremo le iscrizioni

 

 

Questo è un percorso per attivistə, innovatrici e innovatori sociali, leader e volontarə di associazioni e movimenti che non si accontentano.

Non si accontentano di pensare di avere ragione.

Non si accontentano di promuovere iniziative meritevoli, che tentano di risolvere singoli problemi senza affrontare il sistema che li riproduce quotidianamente.

Utilizzeremo i principi del community organizing, uno degli approcci più efficaci al cambiamento sociale, per ripensare il ruolo del Terzo Settore e le sue modalità operative prevalenti.

In due anni, nell’ambito del progetto Daje un PO’ - Periphery Organizing finanziato da Con i Bambini, che ha avuto come obiettivo lo sviluppo delle comunità educanti di Corviale, Tor Bella Monaca e Ardea (Roma), abbiamo facilitato la nascita di un Tavolo Istituzionale per l’Infanzia e l’Adolescenza nel Municipio XI e guidato gli otto diversi servizi pubblici che vi aderiscono alla stipula di un Accordo per la promozione di pratiche educative e la prevenzione della dispersione scolastica nei territori di Corviale e Trullo; abbiamo organizzato una passeggiata di quartiere con la partecipazione di decine di docenti che lavorano in questi due territori, dando inizio ad una collaborazione tra scuole e servizi territoriali.
A Tor Bella Monaca, abbiamo avviato un percorso di co-formazione per fornire supporto psicologico e pratico agli insegnanti dell'Istituto Comprensivo Statale “Melissa Bassi”, attraverso lo scambio di esperienze e competenze con assistenti sociali e psicologi del Municipio VI e della ASL Roma 2.

Per la prima volta le istituzioni e i servizi pubblici locali collaborano tra loro e gli insegnanti partecipano in gran numero dando spinta al processo. Come è stato possibile?

In questa formazione condivideremo le lezioni apprese sul cambiamento sistemico in contesti reali istituzionali, sociali e organizzativi.

Utilizzando casi concreti, lavori di gruppo, riflessione facilitata, tecniche di storytelling e pratiche di condivisione, ti guideremo in un processo di apprendimento pratico che ha l’obiettivo di promuovere la consapevolezza, l'impatto sistemico e la relazionalità nell’azione sociale.

Ti proporremo di smettere di tentare di risolvere problemi, e iniziare a coltivare potenzialità.

Ti inviteremo a sviluppare la capacità di cogliere connessioni, trame e processi, là dove la maggior parte delle persone vede attori isolati, eventi scollegati e soluzioni meccanicistiche.

Ti insegneremo le pratiche del community organizing, per costruire comunità in grado di agire, ma ancora prima, per dare avvio al lungo allenamento necessario per reimparare a pensare e agire in modo relazionale, invece che astratto e idealistico.

Ti proporremo di usare il tuo disagio, il senso di impotenza, i momenti in cui hai voglia di scappare o non sentire, come una sonda preziosissima per individuare il carattere sistemico dei problemi che abbiamo davanti.

Consapevolezza

 

        Impatto sistemico

 

                    Organizzazione relazionale

LE CAPACITA' CHE TENTEREMO DI SVILUPPARE ATTRAVERSO LA FORMAZIONE

N
Saper percepire i problemi sistemici
N
Saper individuare i punti di leva sui cui intervenire per innescare processi di cambiamento a cascata
N
Come coinvolgere istituzioni e servizi pubblici locali per amplificare l'impatto dei progetti sociali
N
Saper costruire visioni comuni partendo dall'ascolto
N
Rendere le istituzioni più "relazionali", riducendo il rischio che si incartino intorno a procedure, scarichi di responsabilità, protocolli, discussioni fumose
N
Fare dele riunioni occasioni di connessione invece che dibattiti inconcludenti, facendo emergere il vero interesse delle persone rispetto al tema che trattano
N
Comprendere motivazioni e dinamiche strutturali che portano le persone ad assumere comportamenti di resistenza al cambiamento
N
Quando e come è possibile affidare ruoli e responsabilità condivisi
N
Far ritrovare entusiasmo in chi lavora nella pubblica amministrazione
N
Rendere più efficaci le formazioni (frontale vs. esperienziale)
N
Instaurare relazioni di fiducia a livello pubblico
N
Comprendere e valorizzare l'importanza del lavoro di “cura” dei processi e di figure professionali dedicate a questo
N
Analizzare in chiave sistemica l'impatto delle modalità di finanziamento del Terzo Settore
N
Creare ambienti sicuri dove le persone siano incoraggiate ad esprimersi

1.

Riconosci il sistema

Data da annunciare

In questo modulo inizieremo ad esercitare la nostra capacità di riconoscere i sistemi di cui siamo parte, come ci condizionano, e come possiamo coglierne le dinamiche in modo da poter intervenire in modo trasformativo su di essi, invece che subirli passivamente o riprodurne inconsciamente i meccanismi.
Inviteremo a passare dal risolvere i problemi a coltivare potenzialità. Spiegheremo con degli esempi il perché i problemi sistemici sono quelli che non vengono identificati come problemi, perché stimolano una reazione istintiva di disconnessione, negazione e svalutazione. Esploreremo le dinamiche del potere e come, seguendo le parole di un famoso community organizer, “anche l’impotenza corrompe, forse in modo più pervasivo del potere”.
Indagheremo su come la nostra azione possa dar vita a un senso di potere pur partendo da una percezione diffusa di impotenza strutturale, e come possiamo lavorare in modo consapevole e trasformativo dentro equilibri disfunzionali non voluti da nessuno ma perpetuati da tuttə.

2.

Organizza, Dani’!

Data da annunciare

Il titolo di questo modulo riprende le parole che Antonio, un cittadino di Tor Bella Monaca, disse durante un incontro di gruppo facilitato dall’organizer Danilo Proietti all’interno di una torre del quartiere. Un incontro iniziato con frasi piene di rabbia e scoraggianti – “L’unica possibilità per questo quartiere è una bomba” – e terminato dopo un’ora e mezza di racconti di esperienze personali, costruzione di legami e empatia con questo grido di incoraggiamento inaspettato: “Organizza, Dani”!
In questo modulo capiremo proprio come, partendo da una situazione disordinata e segnata dalla diffidenza, possiamo porre le basi per ritrovare un senso di fiducia e legittimazione reciproche, diventando tutti insieme un traino per il cambiamento. È per questo che, per avere successo in situazioni così complesse, bisogna partire non dal “cosa” ma dal “come”, non concentrandosi sugli obiettivi ma sul processo che si vuole attivare.
Vedremo come metterci in moto e trovare alleati che possano dare credibilità ai processi, come sbloccare delle situazioni che all’inizio sembrano insormontabili e come, attraverso gli strumenti giusti, il community organizing può diventare non la soluzione a tutti i problemi, ma la facilitazione per molte soluzioni.

3.

Il potere è nella relazione

Data da annunciare

Quali esperienze hanno influenzato il modo in cui esercitiamo la nostra leadership o la riconosciamo negli altri? Attingendo al nostro vissuto, capiremo perché i modelli di leadership a cui siamo abituati sono inefficaci o addirittura dannosi quando dobbiamo gestire realtà complesse e affrontare problemi sistemici.
Attraverso l’immagine del fiocco di neve, capiremo perché è necessario, invece, sviluppare una collettività di leader, investendo soprattutto su quelli che non appaiono tali per natura e suscitando in essi un senso di proprietà sul processo che mettono in moto.
Questo approccio, basato sulla costruzione di potere “relazionale” a impatto sistemico, ha fatto la differenza anche nei processi virtuosi che siamo riusciti ad attivare a Corviale e Tor Bella Monaca insieme ad alcuni enti pubblici, dai quali prenderemo spunto per capire come stringere alleanze con le istituzioni. Scopriremo come le pratiche del community organizing possono aiutare i decisori politici e gli operatori dei servizi territoriali a lavorare in sinergia per dare risposte concrete ai reali bisogni dei cittadini.

4.

Fallire sul campo

Data da annunciare

Come abbiamo tradotto l’approccio classico del community organizing in un’esperienza di progetto in Italia?
Vi racconteremo di come lo abbiamo fatto fallendo sul campo nel progetto Periphery Organizing, prendendo porte in faccia, mettendo da parte i nostri piani iniziali per cercare nuove strade, continuando sempre a farci guidare dai principi del community organizing.
In questo modulo, analizzeremo l’importanza del fallimento in chiave sistemica e lavoreremo sulla consapevolezza di come le resistenze alla nostra azione rappresentino un’importante guida per il nostro agire, a condizione di imparare a “stare” nella difficoltà rimanendo sempre in ascolto.
I fallimenti ci consentono di aprire nuove porte e vedere qualcosa di cui prima non avevamo la percezione, né la comprensione: il sistema in cui ci troviamo ad agire, le sue regole e dinamiche, e come possiamo incidere su di esse per imprimere un cambiamento.
Sempre a partire dalla nostra esperienza sul campo, analizzeremo inoltre come il ciclo e le logiche di progetto nelle quali tutte le realtà del Terzo Settore si trovano ad operare si traducano spesso, di fatto, in ostacoli ad azioni che promuovano un impatto sistemico: i limiti del “progettificio”.
Infine, stimoleremo una riflessione sul ruolo determinante che ogni ente filantropico e realtà del Terzo Settore può svolgere se accetta la sfida di scommettere sulle organizzazioni e sui processi anziché sui servizi, se decide cioè di invertire la rotta e cambiare il sistema.

5.

Coltivare capacità

Data da annunciare

In questa discussione finale parleremo di come applicare i principi e le pratiche esplorate durante la formazione nei contesti e progetti dove operano i partecipanti. Condivideremo alcuni strumenti di lavoro che abbiamo utilizzato al fine di lavorare come team invece che come operatori individuali isolati, apprendere costantemente attraverso l’azione, sostenere il pensiero consapevole e le capacità emotive per affrontare gli ostacoli e difficoltà immancabili in un progetto di cambiamento, cogliere potenzialità e tenere fermi gli obiettivi di lungo periodo, collaborare con altre realtà.

Istituto Salesiano Teresa Gerini

Via Tiburtina, 994, 00156 Roma

 

 

Diego Galli

Community organizer

Biografia

Ho iniziato il mio percorso nel Partito radicale, ma da lì mi sono diretto verso il community organizing guidato da una passione per l’arte di creare partecipazione, dare voce a chi non è mai stato ascoltato, e curare le dinamiche relazionali. In questo percorso di scoperta personale e crescita professionale ho incontrato il teatro, la psicologia e la guarigione dal trauma, le più svariate pratiche di gruppo, il paradigma della rigenerazione, tutte esperienze che hanno dato forma al mio modo di essere a servizio della creazione di comunità.
Ho avuto la fortuna di potermi formare come community organizer con l’Industrial Areas Foundation negli Stati Uniti, dove ho incontrato mentori e colleghi di profondo spessore umano e capacità. Ho fondato l’Associazione Community Organizing nel 2017 per supportare le organizzazioni desiderose di assumere un nuovo ruolo, adatto al cambio di paradigma che le sfide che abbiamo di fronte richiedono.

Maria La Porta

Community organizer e presidente dell’Associazione Community Organizing Onlus

Biografia

Sono stata attiva per molti anni nel movimento femminista, ho militato in diversi partiti e sono arrivata al Community Organizing attraverso una formazione sui temi della cittadinanza e dell’inclusione, che mi stanno molto a cuore e dei quali mi occupo anche come professionista del terzo settore.

Il Community Organizing è stato per me una sorta di “percorso terapeutico”, che mi ha aiutata a rivedere sotto un’altra luce tutte le “storture” che ho vissuto da attivista e militante: dalle leadership verticali e non credibili ai processi decisionali poco trasparenti, fino alle comunità costruite sulla base fragile di obiettivi non profondamente condivisi. E ho trovato invece nel Community Organizing una pratica che mi corrisponde perché è radicale, nel senso più politico del termine di andare alla radice delle cose per cambiarle.

Maria Sara Cetraro

Community organizer a Corviale

Biografia

Nel mio percorso si sono incrociate tre strade: l’editoria, la musica e l’impegno sociale. La linfa degli studi umanistici mi ha animato nel lavoro che ho svolto per alcuni anni in una casa editrice, mentre l’amore per la musica ha trovato la sua piena realizzazione nel canto corale, la mia palestra preferita di bellezza e comunità.

Le numerose attività di volontariato che ho svolto con bambini e giovani, invece, mi hanno ispirato nell’ideare percorsi educativi dedicati allo sviluppo dell’empatia.

Come community organizer, attraverso la mia capacità di ascoltare, riconoscere i bisogni e organizzare le persone, sono riuscita a instaurare relazioni di fiducia con attori istituzionali e della società civile e a facilitare processi di costruzione di comunità educanti in quartieri di periferia.
In particolare, lavorando con il Municipio XI di Roma Capitale, ho contribuito alla nascita di un Tavolo interistituzionale che ha scelto di adottare l’approccio dell’impatto collettivo per promuovere pratiche educative e prevenire la dispersione scolastica nei quartieri di Corviale e Trullo.

Danilo Proietti

Community organizer a Tor Bella Monaca

Biografia

Cresco a Giardini di Corcolle, nell’estrema periferia di Roma, dove fin da giovanissimo inizio a interessarmi di politica e associazionismo. A 18 anni, entro come primo degli eletti nel Comitato di Quartiere e riconfermo l’incarico per tre mandati, l’ultimo con ruolo di Presidente.

Nel 2016, fondo con alcuni amici un’APS, che si occupa di formazione non formale tramite corsi di lingue, musica e recitazione, nonché produzione di rassegne teatrali ed eventi di volontariato, con l’obiettivo di dare un po’ di colore al nostro quartiere. Nel 2019 produciamo il musical “Plus”, un progetto ideato da giovani che vivono in quartieri in cui il disagio giovanile si traduce in una elevata dispersione scolastica e un alto tasso di devianza criminale. Il musical va in scena al Teatro di Tor Bella Monaca, portando sul palco temi quali droga, HIV, disoccupazione e smarrimento giovanile.

Nel 2021, inizio invece questa nuova avventura con il Community Organizing, spinto dalla voglia di sporcarmi le mani, mettendo in pratica gli studi teorici appresi alla Facoltà di Sociologia della Sapienza di Roma. Il Community Organizing è proprio tutto ciò che ho cercato di fare negli anni: unire le persone grazie al potere delle storie e di appartenenza in un determinato quartiere o territorio e incoraggiare l’azione partendo innanzitutto dalla formazione di una comunità forte e coesa per costruire consenso e forme di pressione su proposte specifiche.

Per partecipare alla formazione

“Cambia (il) sistema” rappresenta per noi un progetto di diffusione di un approccio al cambiamento sociale basato sul community organizing e gli apprendimenti scaturiti dal nostro lavoro sul campo. Per sostenerne i costi abbiamo avviato una raccolta fondi che prevede una donazione dell’importo minimo di 120€ per persone provenienti da fuori Roma o nel caso di associazioni che iscrivano almeno 3 persone, e di 150€ per i singoli residenti a Roma.

La struttura dove si svolgerà la formazione prevede la possibilità di mangiare al costo di 12€ e dormire al costo di 29€ a notte.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni scrivici a info@communityorganizing.it