Sadiq Khan, un musulmano, è stato eletto sindaco di Londra, una città che conta quasi 9 milioni di abitanti. Un simbolo di integrazione e possibilità di convivenza tra religioni, un segno importante in tempi di Isis, ascesa di partiti politici xenofobi e anti islamici, e crisi dei rifugiati.
Oltre che come simbolo di integrazione, tuttavia, il nuovo sindaco di Londra si presenta anche come paladino dell’accesso alla casa in una città con i costi più insostenibili a livello internazionale. A pochi giorni dal voto, infatti, Sadiq Khan ha dichiarato di fronte a un’audience di 6000 persone che se verrà eletto sindaco adotterà il “Good Development Standard”, uno schema che richiede a ogni progetto immobiliare della città di destinare il 50% del fabbricato a abitazioni a prezzi accessibili. Lo schema prevede anche un criterio preciso per definire cosa sia un “prezzo accessibile” istituendo la “London Living Rent”, basata sul principio che i residenti non dovrebbero pagare per l’affitto più di ⅓ del loro salario.
Ai due candidati sindaco sono stati chiesti impegni pubblici precisi su queste proposte nel corso della “Citizens’ Mayoral Accountability Assembly”, come scrive il Guardian “un momento clou regolare delle campagne elettorali di Londra”. L’assemblea quest’anno ha visto la partecipazione di 6.000 persone, provenienti da quasi tutti i quartieri di Londra, in rappresentanza delle sue varie comunità ed identità etniche, religiose e sociali. A organizzare queste assemblee è Citizens UK, “la casa del community organising nel Regno Unito”, come si definisce, affiliata all’Industrial Areas Foundation (IAF), la più antica ed estesa rete di coalizioni civiche per l’azione pubblica, fondata nel 1940 da Saul Alinsky.